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Trento, 2 febbraio 2006
TUTELARE IL SITO ARCHEOLOGICO DEL MONTE SAN MARTINO DI BLEGGIO
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e democratici per L’Ulivo

Il Monte San Martino occupa una posizione geografica interessante, che domina da un lato il Bleggio e le Giudicarie esteriori, dall’altro la “Busa” di Tione. Proprio per la sua posizione centrale e la facilità di raggiungimento della cima, la sommità del monte è da millenni luogo di stazionamento, per motivi di controllo militare oppure per la celebrazione di culti religiosi. Lo stesso toponimo del luogo testimonia ruoli e funzioni importanti, in connessione con altri luoghi intitolati allo stesso santo nelle valli e sui monti circostanti. Di rilievo, ad esempio, gli eccezionali ritrovamenti avvenuti nel corso dell’estate 2005 nella località denominata San Martino di Lundo, nel vicino Comune di Lomaso, oppure la notevole importanza assunta dal sito di San Martino nel Comune di Tenno, a pochi chilometri di distanza e sempre all’interno dell’area ecomuseale della Judicaria, in seguito alle campagne di scavi condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Provincia. Ma la posizione di rilievo documentata dai reperti archeologici e storici presenti ha portato questo monte ad essere al centro di altri interessi, poiché la sua sommità è stata individuata come sito per la localizzazione di impianti di radiodiffusione televisiva dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva, approvato dall’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni. Tanto che fin dagli anni Sessanta la RAI vi ha collocato un proprio traliccio per le trasmissioni e che oggi anche altri operatori radiotelevisivi hanno manifestato il loro interesse a fare questo.

Questo porta a far emergere, a nostro avviso, una sorta di “conflitto” tra due diversi tipi di interesse: da un lato l’interesse pubblico, riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica, alla difesa del patrimonio storico-archeologico e paesaggistico. Dall’altro un interesse di natura in parte pubblica – come ad esempio si configura l’uso di un ripetitore per l’invio di segnali attinente la sfera della sicurezza civile – ed in parte commerciale, derivante dalla costruzione di un traliccio privato e dall’affitto dei relativi spazi.

A complicare questo conflitto vi è stato il rilascio della concessione di edificare da parte del Comune di Bleggio superiore ad una società privata che intende costruire un nuovo traliccio, che si affiancherebbe al traliccio RAI già esistente e che pregiudicherebbe ulteriormente l’area sommitale con la sua importante zona archeologica. Questa concessione è giunta al termine di un lungo iter nel corso del quale sono state acquisite dal Comune diverse autorizzazioni e pareri. Tra questi la risposta al quesito formulato dal Comune alla Provincia in data 16 ottobre 2002, nella quale il dirigente del Servizio Beni culturali della PAT scriveva, il 7 marzo 2003: “… nel caso evidenziato esiste un’incongruenza fra la natura e le esigenze di salvaguardia del sito di interesse archeologico-ambientale (non solo dei ruderi visibili, ma soprattutto della morfologia in cui essi si collocano) e la sua individuazione quale area di localizzazione di impiani di radiodiffusione…”. Nella stessa nota si affermava che “… ogni intervento dovrà essere preceduto da controlli e da indagini archeologiche finalizzate alla verifica, alla documentazione e al recupero delle testimonianze d’interesse eventualmente presenti.”

Il 28 ottobre 2004 il Consiglio comunale del Comune di Bleggio Superiore aveva votato quasi all’unanimità una mozione che impegnava il sindaco e la giunta ad attivarsi verso gli organi politici ed i servizi provinciali per la definitiva tutela del sito del Monte di San Martino, trovando nel contempo i modi e le forme per negare ai gestori richiedenti le autorizzazioni per la realizzazione di nuovi tralicci nell’area in questione, negoziando con gli stessi altre possibili soluzioni.

Le motivazioni per la tutela del sito montano derivano soprattutto dal grande e finora poco esplorato interesse archeologico e culturale rivestito da quest’area. La cima del Monte San Martino è da molti anni indicata come sito di interesse storico-archeologico (Aldo Gorfer, “Le Valli del Trentino” del 1959 e don Livio Caldera, “La Pieve del Bleggio nella storia e nell’arte” del 1989). Il Servizio Beni Culturali-Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Trento, nel novembre 1999, segnalava all’amministrazione comunale le aree archelogiche con proposte di norme tecniche di salvaguardia e di tutela, e di queste, la più importante del Comune classificata di tipo 01, era proprio il sito di Monte San Martino.

Il PRG del Comune, approvato nel 2004 dalla Giunta provinciale, indicava l’area di San Martino come sito archeologico da tutelare anche come valore paesaggistico-ambientale confermando la stessa di tipo 01, come a suo tempo indicato dal Servizio Beni Culturali della PAT.

Giova ricordare che per le aree archeologiche di tipo “01” il PRG comunale afferma che “all’interno delle aree è vietata l’apposizione di qualsiasi forma di pubblicità commerciale ed è inoltre consigliato di non far attraversare o collocare in prossimità delle stesse, elettrodotti di qualsiasi tipo, antenne per le telecomunicazioni e simili, come pure installare altre infrastrutture che comportino stabili volumi fuori terra…”

Su quest’area l’emittente televisiva regionale TCA ha chiesto e ottenuto, come detto, l’autorizzazione per l’istallazione di un nuovo traliccio per impianti di diffusione radiotelevisiva, con delibera del Consiglio Comunale del 30 aprile 2004 (approvata con voti favorevoli 5 contro 4 contrari), mentre lo stesso Consiglio Comunale in più occasioni, con voto quasi unanime, aveva rinviato la decisione affinché il Sindaco e la Giunta Comunale trovassero con i Servizi Provinciali interessati una soluzione differente e ad avviare contestualmente ogni possibile azione per la tutela del sito di San Martino, cosa che avrebbe permesso al Comune stesso di sostenere, anche in eventuale sede giudiziaria, le ragioni di non concessione dell’autorizzazione a TCA.

Il 4 marzo 2005 il Sindaco del Comune di Bleggio Superiore, alla luce di quanto previsto dallo statuto comunale, ha correttamente richiesto alla Provincia Autonoma di Trento, competente in materia, il riconoscimento dell’interesse culturale e paesaggistica di Monte San Martino ai sensi dell’art. 12 del DLgs n. 42 del 22 gennaio 2004, pur avendo il Comune aveva appena rilasciato, il 16 febbraio 2005, la concessione di edificare.

Al termine degli accertamenti tecnici e scientifici del caso, svolti da funzionari dell’amministrazione provinciale, il 4 agosto 2005 il dirigente della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia di Trento ha assunto una determinazione con la quale è stato accertato, ai sensi degli artt. 12, 13, 14 del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 e sulla base delle motivazioni e degli accertamenti, l’interesse culturale dell’immobile denominato “Monte di San Martino” nel Comune di Bleggio Superiore, limitatamente alla porzione fondiaria tavolarmente e catastalmente contraddistinta dalla p.f. 22/13 CC. Bleggio Superiore, così come derivata dal frazionamento della preesistente p.f. 22/3, e dalla p.f. 22/5, limitatamente per quest’ultima particella al suolo e al sottosuolo, con esclusione dei manufatti fuori terra che attualmente su di essa insistono.

In base alle motivazioni contenute nei documenti inerenti e derivati dall’istruttoria di verifica dell’interesse culturale, l’immobile catastalmente identificato con la p.f. 22/13, così come derivata dal frazionamento della preesistente p.f. 22/3, e con la p.f. 22/5, entrambe in C.C. Bleggio Superiore, presenta infatti le caratteristiche indicate nell’art. 10, comma 1 del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 in quanto conserva resti murari e strutture edilizie affioranti partecipi di un singolare esempio di presidio fortificato su montagna elevata a controllo del territorio giudicariese e del passo del Duron, antica e unica via d’accesso occidentale al medesimo. Un sito integro nel sottosuolo nella situazione d’abbandono che posizione, morfologia e sopravvivenze edilizie ascrivono all’età altomedievale e medievale. Questo accertamento costituisce dunque dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e con la determinazione si è disposto che, ai sensi dell’art. 12 comma 7 e nei modi previsti dall’art. 15 comma 2 del medesimo decreto, la determinazione venga trascritta nel Libro Fondiario con efficacia nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo, notificando quindi il provvedimento al Comune di Bleggio Superiore.

Rispetto alla domanda presentata il 15 aprile 2005 per l’autorizzazione per l’esecuzione dei lavori per la costruzione di un impianto ripetitore di segnali radiotelevisivi e di telecomunicazioni (costituito da un traliccio e da un manufatto in muratura tradizionale atto all’alloggiamento delle apparecchiature tecnologiche), il dirigente della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia di Trento, con determinazione n. 72 di data 24 novembre 2005, ha formalmente posto un diniego alla richiesta e quindi non autorizzando l’esecuzione dei lavori in quanto “nell’installazione del traliccio e delle strutture ad esso accessorie nonché nella realizzazione di percorsi e di canali di adduzione necessari alla costruzione di questi elementi e al loro funzionamento si ravvisano gli estremi propri di un intervento che l’art. 20 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 vieta in termini assoluti. Nella fattispecie si tratta di opere il cui impianto e messa in funzione necessitano di interventi di sbancamento, di movimento terra, di innalzamento di manufatti che costituiscono una pesante quanto irreversibile forma di alterazione del sito archeologico del tutto incongrua nei confronti del suo riconosciuto valore culturale oltre che costituire irreversibile trasformazione della corografia i cui parametri fisici, morfologici e paesistici contribuiscono – uniti – a rafforzare la valenza storica e patrimoniale del bene medesimo”.

Il richiedente l’autorizzazione ha successivamente inoltrato, nei termini previsti, ricorso alla Giunta provinciale, rimanendo inoltre esperibile la possibilità di ricorso anche al TRGA.

Pertanto, anche alla luce delle recenti determinazioni e del ricorso amministrativo in essere presso la Giunta provinciale, il sottoscritto consigliere provinciale

interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere se

1. ritenga preminente l’interesse alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico e storico- archeologico della sommità del Monte San Martino rispetto all’interesse legato alle funzioni radiotelevisive e di telecomunicazioni, posto che queste possono e sono comunque svolte delle strutture esistenti dislocate nel territorio di riferimento (Bleggio e Giudicarie);

2. condivida la necessità e l’opportunità di respingere il ricorso avverso alla determinazione n. 72 del 24 novembre 2005 del Dirigente della Soprintendenza dei Beni archeologici della PAT il quale, richiamando gli articoli del capo III del DLgs n. 42 dd. 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali e del Paesaggio”, ha opposto diniego di autorizzazione all’esecuzione di opere che costituirebbero, tra l’altro, pesante quanto irreversibile forma di alterazione di un sito archeologico, salvaguardando in questo modo l’area sommitale del Monte San Martino di Bleggio Superiore dall’installazione di nuovi tralicci per trasmissioni radiotelevisive e dalla costruzione di altri manufatti, facendo così prevalere l’interesse pubblico della tutela del patrimonio culturale della gente trentina;

3. condivida la necessità di affidare mandato con procedura d’urgenza agli organi amministrativi interessati per rivedere, alla luce di quanto sopra, l’inserimento del Monte San Martino tra i siti provinciali di possibile destinazione e localizzazione di ulteriori impianti di radiodiffusione, facendo così prevalere l’interesse pubblico della tutela del patrimonio culturale sancito dalla Costituzione della Repubblica e di competenza primaria della Provincia Autonoma di Trento ai sensi del DPR 1 novembre 1973 n. 69 e s.m. ricercando d’intesa con lo Stato soluzioni alternative e migliorative che evitino di pregiudicare in maniera irreversibile la sommità del monte;

4. ritenga opportuno sostenere a tutti i livelli i soggetti pubblici coinvolti nell’eventualità di un conflitto legale con i richiedenti la concessione per l’installazione di nuovi tralicci, ovvero di collaborare a tutelare la salvaguardia culturale del bene indicato;
5. ritenga opportuno avviare e sostenere un’approfondita campagna di indagini, studi e ricerche pluriennali atte a determinare i contenuti di valore storico-archeologico rappresentati dagli elementi presenti nell’area sommitale del Monte San Martino di Bleggio, in stretto rapporto con altri di siti di equipollente natura posti nel Trentino occidentale.

Cons. prov. Roberto Bombarda

 

     

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